Professioni e settori con maggiore disparità di genere
Dal personale impiegato nelle forze armate agli operai specializzati dell’industria estrattiva e dell'agricoltura, dalle professioni tecniche agli ingegneri e architetti, dagli imprenditori e responsabili delle piccole aziende fino alle professioni non qualificate nel commercio e nei servizi. Sono alcune delle professioni che presentano le maggiori disuguaglianze tra uomini e donne secondo l’Istat, in relazione alla media annua del 2021. Guardando, invece, ai settori è l'industria edilizia a far registrare un tasso di disparità pari all'82%, seguita dal settore dei servizi per il trasporto e magazzinaggio (58,1%) e dall'agricoltura ((48%). I dati giungono con il Decreto interministeriale n. 327 del 16 novembre 2022, in cui il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, sulla base delle elaborazioni fornite dall’Istituto nazionale di statistica, e in attuazione dell’art. 2, punto 4, lett. f) del Regolamento (UE) n. 651/2014 - nonché ai fini previsti dall’art. 4, comma 11 della l. 28 giugno 2012, n. 92 - ha individuato, per il 2023, i settori e le professioni caratterizzate da un tasso di disparità uomo-donna che superi di almeno il 25% il valore medio annuo. Limitatamente al settore privato, gli ambiti professionali indicati dal decreto - si legge nel provvedimento - rilevano ai fini della concessione degli incentivi all’assunzione previsti dall’art. 4, commi 8-11, della l. 92/2012, per l’anno 2023.
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