Riduzione orario lavorativo: il Cno in audizione

Riduzione orario lavorativo: il Cno in audizione

È alla contrattazione collettiva che bisogna fare riferimento per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione. E ciò perché “i modelli di riduzione del tempo di lavoro, con o senza riduzione dei giorni settimanali, non sono generalizzabili e soprattutto non possono essere calati dall’alto, certamente non da parte della legge, ma, presumibilmente, neppure dalla contrattazione collettiva nazionale, allorquando si tratti di riduzioni radicali”. È in sintesi l’osservazione che il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro ha avanzato oggi nel corso dell’audizione alla Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei Deputati nell’ambito delle proposte di legge per favorire la riduzione dell’orario di lavoro. Secondo i Consulenti del Lavoro, “solo tramite l’idonea contrattazione collettiva” si può tener conto degli “interessi di tutti gli attori in gioco, senza dimenticare i principi di economicità, competitività e autosufficienza delle imprese, anche nell’ottica dell’equilibrio finanziario, non derogabili ai fini della tenuta dell’intero sistema”. Da una parte – si legge nella memoria presentata dalla Categoria – si evidenziano i vari benefici, individuali e collettivi, che potrebbe portare la riduzione del tempo di lavoro, “dall’altra le difformità che caratterizzano il nostro tessuto economico e produttivo renderebbero perigliosa un’imposizione univoca e dall’alto si sollevano dubbi sulle modalità in cui tale previsione potrebbe essere attuata”. La trattazione della Categoria approfondisce in prima battuta l’evoluzione della normativa comunitaria negli ultimi 30 anni per poi concentrarsi sulle “esperienze oltre confine” di Francia, Belgio e Germania, Paese - quest’ultimo - caratterizzato da un modello con molti punti in comune con lo “scenario nostrano”. Nella seconda parte del documento, spazio alle sperimentazioni effettuate nel nostro Paese che hanno dimostrato “l’importanza e la coerenza di quella che potrebbe essere definita come una costruzione dal basso, ossia attuata tramite una contrattazione collettiva aziendale o, in via unilaterale, da parte delle aziende”.  

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