Interpello nuovi investimenti, le linee guida delle Entrate

Interpello nuovi investimenti, le linee guida delle Entrate

Dall’Agenzia delle Entrate nuovi chiarimenti in tema di interpello sui nuovi investimenti, ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. n. 147/2015 (c.d. Decreto Internazionalizzazione). Sono state redatte, infatti, le linee guida per le imprese, nazionali ed estere, che intendono utilizzare tale tipologia di interpello per ottenere una risposta del Fisco sul trattamento tributario da applicare al piano di sviluppo che intendono realizzare sul territorio italiano. Lo rende noto la stessa Amministrazione finanziaria, con la circolare n. 7/E del 28 marzo scorso, nella quale fornisce ulteriori indicazioni in materia, in continuità con la circolare n. 25/E/2016, per favorire un ulteriore sviluppo dell’istituto e aggiornare gli indirizzi interpretativi richiamati dal citato documento di prassi. Oltre a spiegare gli effetti delle recenti modifiche, che dal 1° gennaio 2023 hanno ridotto la soglia di accesso a 15 milioni di euro – si legge nel comunicato diffuso dall’Ente il 28 marzo – la circolare fornisce le istruzioni operative sui documenti da allegare a corredo delle istanze di interpello per comprovare la sussistenza dei presupposti di ammissibilità alla procedura e illustra i vantaggi collegati anche ad altri strumenti di tax compliance. Per semplificare e velocizzare l’istruttoria da parte dell’ufficio, considerato che le istanze possono contenere diversi quesiti relativi a uno stesso piano di business, l’Agenzia chiarisce che il riscontro ai singoli quesiti potrà avvenire in tempi diversi, fermo restando che il termine ultimo per la risposta ai quesiti non evasi e per la formazione del silenzio-assenso resta quello di 120 giorni previsto dall’art. 2, comma 2, del Decreto Internazionalizzazione. Con riferimento ai rapporti con gli accordi preventivi, per potenziare l’attrattività dello strumento, viene specificato che le richieste dei contribuenti che presentano un interpello sui nuovi investimenti e che intendono stipulare anche accordi preventivi in relazione al medesimo business plan (art. 31-ter del D.P.R. n. 600/1973), saranno trattate con priorità, in deroga al criterio cronologico ordinariamente seguito nell’iter di lavorazione delle stesse. Inoltre, i contribuenti che si adeguano alle risposte rese in sede di interpello nuovi investimenti possono accedere al regime dell’adempimento collaborativo anche in assenza dell’importo minimo di ricavi o volume d’affari.

 

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