CPB: perché è necessaria una proroga
Il prossimo 31 ottobre sarà una giornata ricca di scadenze fiscali importanti: dall’invio delle dichiarazioni dei redditi (IRAP, 770 e CU autonomi) relative al periodo d’imposta 2023 all’adesione al concordato preventivo biennale 2024-2025 (solo 2024 per i contribuenti forfetari). Novità, quest’ultima, che impatta non poco sugli studi professionali, che si ritrovano di fronte a un quadro normativo che ha subito modifiche in pochi giorni e a un susseguirsi continuo di FAQ, emanate dall’Agenzia delle Entrate, che denotano la complessità dell’istituto. I professionisti dovranno riorganizzare il proprio lavoro, aggiornandosi ex novo sulla materia per mettere al corrente i propri clienti delle opportunità e delle criticità legate al concordato preventivo biennale. Le difficoltà operative preannunciate hanno portato il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, lo scorso 16 ottobre, a chiedere al Ministero dell’Economia e Finanze di prorogare il termine di adesione al concordato. Nell’approfondimento della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, le motivazioni per le quali la mancata proroga del termine potrebbe compromettere un numero significativo di adesioni.
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